Incarichi non autorizzati: la mancata restituzione dei compensi percepiti genera danno erariale

Sono queste le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, con la sentenza 26 luglio 2017, n. 170

4 Agosto 2017
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Sono queste le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, con la sentenza 26 luglio 2017, n. 170

a cura di Vincenzo Giannotti

Il mancato riversamento dei compensi ricevuti, per incarichi non autorizzati dall’amministrazione di appartenenza svolti dal pubblico dipendente, comporta responsabilità amministrativa e danno erariale risarcibile. Sono queste le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale regionale per l’Emilia-Romagna, con la sentenza 26 luglio 2017, n. 170 qui di seguito commentata.

Il caso

Un dipendente regionale aveva svolto una serie di incarichi non autorizzati in favore di enti e società private, per un importo rilevante. L’amministrazione, a seguito delle indagine condotte dalla Guardia di Finanza, ricevuta l’informazione intimava al dipendente chiarimenti in merito, avvertendo l’interessato che l’art. 53, comma 7, del d.lgs. n. 165/2001 dispone l’obbligatorio versamento del compenso percepito come conseguenza dell’inosservanza del divieto di svolgimento di incarichi retribuiti non autorizzati dall’amministrazione di appartenenza.

La sequenza degli atti erano stati i seguenti:
a) le attività svolte dal dipendente non autorizzato si riferivano agli anni 2000-2001-2002;
b) l’amministrazione rendeva informativa nel 2004, a seguito di specifica richiesta della Guardia di Finanza, circa la non presenza di incarichi autorizzati al dipendente;
c) nell’anno 2010 il Dipartimento della Funzione Pubblica comunicava tutti gli incarichi effettuati dal dipendente in assenza di autorizzazione;
d) nello stesso anno dell’acquisizione della nota del Dipartimento, l’amministrazione procedeva, con raccomandata, a chiedere chiarimenti al dipendente e al tempo stesso avvertendo che in mancanza di controdeduzioni avrebbe dovuto riversare i compensi professionali indebitamente ricevuti da terzi;
e) l’amministrazione procedeva, in mancanza del riversamento dei compensi, a notiziare la Procura Regionale.

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Redazione