OICE, dimissioni Armani (ANAS): “Rischio blocco progetti epocale con paralisi ANAS e Centrale per la progettazione”

L’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria esprime forti preoccupazioni per il futuro del settore della progettazione di opere pubbliche a margine della notizia delle dimissioni di Gianni Armani da Amministratore delegato e direttore generale ANAS

9 Novembre 2018
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L’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria esprime forti preoccupazioni per il futuro del settore della progettazione di opere pubbliche a margine della notizia delle dimissioni di Gianni Armani da Amministratore delegato e direttore generale ANAS

“Senza entrare nel merito di decisioni che non ci riguardano – ha detto Gabriele Scicolone presidente OICE – auspichiamo che al più presto sia avviata e conclusa la fase di rinnovo. Da operatori della progettazione dobbiamo dare atto che in questi anni l’ANAS ha contribuito in maniera determinante al rilancio del nostro settore. A valle del codice dei contratti pubblici (aprile 2016), che ha previsto l’obbligo di appaltare lavori sulla base di progetti esecutivi per rilanciare la qualità della progettazione e dei lavori, ANAS ha infatti messo in gara circa 570 milioni, ponendosi come prima stazione appaltante in Italia. E’ anche grazie ad ANAS se professionisti, studi e società di ingegneria e architettura hanno beneficiato in due anni e mezzo di un incremento complessivo del 58% del numero dei bandi e del 205% del valore di incarichi progettazione”.

L’OICE quindi teme un rallentamento del mercato dipendente anche da altri fattori: “Non vorremmo – continua Gabriele Scicolone – che le vicende ANAS determino blocchi dell’attività che potrebbero avere ricadute molto negative sul mercato. Non sarebbe proprio il caso, visto che la legge di bilancio 2019 propone di istituire una Centrale di progettazione con il compito di predisporre progetti e fare direzione lavori, invece che “pianificare”, “organizzare”, “controllare e “verificare”. I rischi di un blocco del settore, legati anche ad una profonda revisione del codice dei contratti pubblici – che ormai è dimostrato che non abbia affatto bloccato il settore, visto che anche le aggiudicazioni di lavori nei primi sei mesi del 2018 sono aumentate del 75% – , ci sono tutti. Sembra quasi una “tempesta perfetta” in danno di chi opera sul mercato e che, nel nostro settore, rischia di determinare la perdita di migliaia di posti di lavoro e la compromissione definitiva del tanto auspicato rilancio del PIL, cui il comparto della progettazione contribuisce per oltre l’un per cento”.

Redazione