La normativa dell’emergenza, il decreto “Rilancio” e le questioni ancora aperte

Editoriale estratto dal n.5/2020 del mensile Appalti&Contratti – A cura di Alessandro Massari

1 Giugno 2020
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Il sistema degli appalti pubblici ha risentito inevitabilmente, come tutti gli opera-tori del settore e come tutti i cittadini, di un profondo stress da Covid-19. Dopo un profluvio incessante di provvedimenti spesso confusi e disordinati, con la graduale ripresa delle attività economiche e la conclusione del periodo di sospensione delle procedure di aggiudicazione previsto fino al 15 maggio scorso, le stazioni appaltanti devono risolvere molteplici questioni e criticità: provvedere al riavvio delle gare e soprattutto gestire gli effetti delle normative emergenziali e dei nuovi protocolli di sicurezza sui contratti in corso di esecuzione, valutando i nuovi oneri e scongiurare il blocco dei cantieri. Si tratta di questioni del tutto inedite, che non hanno prece-denti, e che presentano profili di ambivalenza e complessità.

Mentre scrivo questo editoriale il decreto “Rilancio” (d.l. 19.5.2020, n. 34) è stato appena pubblicato in Gazzetta, definito dalla stampa “Un delirio legislativo con 622 rinvii ad altri testi fino al regio decreto del 1910”. Buona parte delle norme in materia di contratti pubblici è rinviata ad un successivo “decreto semplificazione” che vedremo a breve. Il decreto “Rilancio”, tra l’altro, introduce diverse modifiche al decreto “Cura Italia” da poco convertito in legge, ponendo come sempre delicate questioni di diritto intertemporale e di incertezza in capo alle amministrazioni.

Altra “bozza” che è stata diffusa è quella del nuovo Regolamento attuativo del Codice. Si tratta della terza versione del 13 maggio scorso, piuttosto rimaneggiata rispetto a quelle precedenti in diversi punti (tra cui le procedure sotto-soglia), di cui daremo conto nel prossimo numero e in webinar on-line. Difficile fare previsioni sui tempi di pubblicazione in GURI: è noto che sul testo finale dovranno essere acquisiti i pareri del Consiglio di Stato, della Corte dei conti, delle Commissioni parlamentari e della Conferenza Unificata. È quindi verosimile che il nuovo Regolamento vedrà la luce ad autunno inoltrato (salvo eventuali ulteriori differimenti considerato l’attuale contesto).

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Alessandro Massari