È il codice dei contratti la fonte che regola gli appalti per le tesorerie comunali

L’individuazione della fonte normativa posta a disciplinare l’affidamento del servizio di tesoreria è questione che continua ad arrovellare le amministrazioni locali.

31 Ottobre 2019
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L’individuazione della fonte normativa posta a disciplinare l’affidamento del servizio di tesoreria è questione che continua ad arrovellare le amministrazioni locali.

Il dubbio che si pone è se l’affidamento debba avvenire nel rispetto della previsione contenuta nell’articolo 210 del d.lgs. 267/2000, oppure delle disposizioni contenute nel codice dei contratti.

Occorre andare alla lettura della previsione dell’articolo 210 del TUEL, per esaminare compiutamente il problema:

Art. 210. Affidamento del servizio di tesoreria
1. L’affidamento del servizio viene effettuato mediante le procedure ad evidenza pubblica stabilite nel regolamento di contabilità di ciascun ente, con modalità che rispettino i principi della concorrenza. Qualora ricorrano le condizioni di legge, l’ente può procedere, per non più di una volta, al rinnovo del contratto di tesoreria nei confronti del medesimo soggetto.
2. Il rapporto viene regolato in base ad una convenzione deliberata dall’organo consiliare dell’ente.
2-bis. La convenzione di cui al comma 2 può prevedere l’obbligo per il tesoriere di accettare, su apposita istanza del creditore, crediti pro soluto certificati dall’ente ai sensi del comma 3-bis dell’articolo 9 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2”.

Le questioni che emergono sono le seguenti: CONTINUA A LEGGERE….


Luigi Oliveri