Appalti: la “cultura del sospetto” deprime le possibilità di ripresa economica

9 Aprile 2021
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L’illecito professionale delineato dall’articolo 80, comma 5, lettera c) del Codice dei contratti pubblici può cagionare l’esclusione dalla partecipazione alla procedura ogniqualvolta la stazione appaltante dimostri adeguatamente la commissione di illeciti da parte dell’operatore economico.

Tuttavia la norma in questione, a causa della assoluta vaghezza della formulazione, “introduce una causa di esclusione atipica e dai contorni estremamente indefiniti, tale da ricomprendere qualsivoglia vicenda che, a giudizio della stazione appaltante, possa astrattamente porre in dubbio l’integrità o affidabilità dell’operatore economico”.

Tale circostanza, evidenziata dal vicepresidente dell’ANCE  Edoardo Bianchi su Il Sole 24 Ore, non farebbe altro che contribuire all’accrescimento della “cultura del sospetto“, condizione sfavorevole in una prospettiva di ripresa economica e crescita degli investimenti.

L’eccesso di adempimenti richiesti

Secondo Bianchi, “la indeterminatezza del diritto ha da tempo determinato una ridotta attrattività del nostro Paese per gli investitori esteri ed ha reso sempre più complicato l’avvio di nuove intraprese economiche.” Una problematica che ha afflitto soprattutto le aziende che già agivano nel rispetto del tracciato normativo, “subissandole di adempimenti“.

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Redazione