La Commissione ha deciso di inviare una terza lettera complementare di costituzione in mora all’Italia (INFR(2018)2273) per il non corretto recepimento nella legislazione nazionale di talune disposizioni delle direttive in materia di appalti pubblici dell’UE (direttiva 2014/23/UE, direttiva 2014/24/UE e direttiva 2014/25/UE).
Conformemente alla normativa UE in materia di appalti pubblici, gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia devono essere oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento, libera concorrenza e non discriminazione. Nel garantire che gli Stati membri recepiscano correttamente tali direttive nelle rispettive legislazioni nazionali, la Commissione si adopera per garantire una concorrenza leale, rendere più facile e meno costoso per le piccole e medie imprese (PMI) presentare offerte per appalti pubblici e dare maggior valore al denaro dei contribuenti.
La Commissione ritiene che le nuove norme sulle procedure di aggiudicazione del finanziamento dei progetti e sulla divulgazione dei segreti tecnici e commerciali relativi alle offerte nelle gare d’appalto, stabilite nel codice italiano dei contratti pubblici adottato nell’aprile 2023 e modificato nel dicembre 2024, non siano ancora conformi alle direttive UE in materia di appalti pubblici.
La Commissione procede pertanto all’invio di una lettera complementare di costituzione in mora all’Italia, che dispone ora di 2 mesi per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione.
In assenza di una risposta soddisfacente, quest’ultima potrà decidere di emettere un parere motivato.
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