L’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha avviato una significativa stretta sulla qualificazione delle stazioni appaltanti, introducendo nuove sanzioni, esclusioni e segnalazioni alle procure. Sono già state comminate 12 multe a enti che non hanno rispettato i requisiti previsti, confermando un cambio di passo nell’attività di vigilanza e controllo dell’Autorità.
Come noto, dal 1° luglio 2025 è entrato in vigore il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti e delle centrali di committenza, aggiornato in base al cosiddetto Correttivo Appalti (D.Lgs. n. 209/2024). In particolare, con Delibera del Consiglio n. 126 dell’11 marzo 2025 è stato approvato il “Regolamento sull’esercizio del potere di accertamento del possesso dei requisiti e del potere sanzionatorio dell’Autorità in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti ai sensi dell’articolo 63, comma 11, e dell’allegato II.4, del decreto legislativo n. 36/2023 e s.m.i.”.
L’ANAC ora verifica in modo più stringente i requisiti di competenza e formazione dichiarati dagli enti pubblici che intendono gestire procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture.
Il nuovo regolamento disciplina l’accertamento del possesso dei requisiti tramite verifiche a campione, controlli documentali e segnalazioni di terzi. Particolare attenzione è posta alla formazione obbligatoria, alla trasparenza delle procedure e ai tempi di aggiudicazione delle gare.
La qualificazione nell’ambito dei lavori pubblici
Criticità e soluzioni operative
353.80 €
Le principali novità introdotte riguardano:
- Sanzioni pecuniarie che vanno da un minimo di 500 euro fino a un massimo di un milione di euro nei casi più gravi.
- Esclusione dal sistema di qualificazione o abbassamento del punteggio, che può comportare l’impossibilità per l’ente di bandire gare o gestire appalti.
- Segnalazione alle Procure per i casi di dichiarazioni mendaci o gravi irregolarità, con applicazione delle sanzioni penali previste.
Oltre alle multe, le conseguenze possono includere:
- Riduzione temporanea del livello di qualificazione
- Revoca della qualificazione già ottenuta
- Obbligo di adottare piani di riorganizzazione e formazione per poter essere riammessi al sistema.
L’Autorità, relativamente alla recente irrogazione delle sanzioni, evidenzia come “le circostanze accertate configurano una grave violazione delle disposizioni in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti ai sensi dell’art. 63, comma 11, del codice dei contratti pubblici, in quanto costituiscono dichiarazioni dolosamente tese a dimostrare il possesso di requisiti di qualificazione non sussistenti”.
Si evidenzia ancora che “l’evento dannoso (violazione della norma) si è concretamente verificato nel caso di specie, dal momento che l’ente ha potuto accedere alla qualificazione in assenza dei prescritti requisiti, in contrasto con le previsioni normative in materia di qualificazione delle stazioni appaltanti. La condotta posta in essere ha quindi apportato un vantaggio concreto e immediato, consistente nella possibilità di svolgere gare per importi superiori rispetto all’effettiva capacità professionale. Si sottolinea, infatti, che il conseguimento della qualificazione abilita automaticamente la stazione appaltante ad acquisire i CIG per i corrispondenti importi dai sistemi informatici dell’Autorità”.
La gestione della fase di esecuzione negli appalti di lavori, servizi e forniture
Il regolamento sanzionatorio ANAC per la fase di esecuzione (delibera n. 262/2025)
390.40 €
L’Anac sottolinea anche che “i fatti contestati risultano connotati da gravità in quanto hanno comportato l’alterazione del sistema di qualificazione, volto a garantire che le stazioni appaltanti chiamate a svolgere le procedure di affidamento siano in possesso di una preparazione professionale adeguata al livello di qualificazione conseguito e alle procedure di affidamento da svolgere. Occorre considerare, altresì, che, dal corretto funzionamento del sistema di qualificazione dipende l’attuazione concreta del principio del risultato, declinato nel codice in termini di massima tempestività nell’affidamento e nell’esecuzione dei contratti pubblici, di rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza e di attuazione del principio del buon andamento e dei correlati principi di efficienza, efficacia ed economicità. La gravità consegue inoltre dagli effetti della condotta, che ha consentito alla stazione appaltante di accedere alla qualificazione in assenza dei requisiti richiesti dalla normativa di settore”.
L’Autorità ha rilevato l’assenza dei requisiti di competenza e formazione in vari enti sanzionati. Le irregolarità più frequenti hanno riguardato la presentazione di autodichiarazioni non veritiere, il mancato aggiornamento del personale e la carenza di procedure trasparenti nella gestione degli appalti pubblici.
L’intervento di ANAC punta a garantire maggiore trasparenza, professionalità e legalità nelle procedure di affidamento pubblico, riducendo il rischio di corruzione e favorendo una gestione più efficiente delle risorse pubbliche. Le sanzioni e i nuovi criteri di qualificazione rappresentano uno strumento per uniformare le pratiche e aumentare la responsabilità delle stazioni appaltanti.
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