In materia di limiti di esecuzione delle varianti le attuali prescrizioni normative sono disposte dall’articolo 120 del d.lgs. 36/2023 e, per i beni culturali, dall’articolo 21, comma 2 dell’allegato II.18 al d.lgs. 36/2023.
Settori ordinari
In materia di limite alle varianti in corso d’opera l’articolo 120, comma 2 del d.lgs. 36/2023 specifica che: “Nei casi di cui al comma 1, lettere b) e c), il contratto può essere modificato solo se l’eventuale aumento di prezzo non ecceda il 50 per cento del valore del contratto iniziale. In caso di più modifiche successive, la limitazione si applica al valore di ciascuna modifica. Tali modifiche successive non eludono l’applicazione del codice.”
Fatta salva la circostanza di cui all’articolo 120, comma 1 lettera a) del d.lgs. 36/2023 che dispone che le modifiche, a prescindere dal loro valore monetario, siano state previste in clausole inequivocabili nei documenti di gara (e quindi nella piena trasparenza delle informazioni per tutti gli operatori), possano essere attuate, senza una nuova procedura, a condizione che non snaturino il contratto iniziale in termini di variazioni sostanziali o modifica dell’equilibrio economico e non superino il 50% del valore del contratto iniziale.
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