Codice appalti, art.113-bis: per la Commissione europea la norma contrasta con la direttiva sui ritardi dei pagamenti

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La Commissione europea contesta l’articolo 113bis del Codice dei contratti pubblici, inserito dal decreto corretivo

La Commissione europea ha appena inviato una lettera di messa in mora all’Italia relativamente alla norma introdotta dal correttivo al Codice appalti con l’art. 113-bis, nella parte in cui prevede che «il termine per l’emissione dei certificati di pagamento relativi agli acconti del corrispettivo di appalto non può superare i 45 giorni decorrenti dall’adozione di ogni stato di avanzamento dei lavori».

Tale norma, osserva Bruxelles, sembra estendere sistematicamente a 45 giorni il termine per il pagamento delle fatture nelle opere pubbliche, violando così la direttiva sui ritardati pagamenti – direttiva 2011/7/UE – che richiede alle amministrazioni pubbliche di pagare le merci e i servizi che essi acquistano entro 30 giorni o eccezionalmente entro 60 giorni.

Nella lettera l’esecutivo comunitario guidato da Jean-Claude Juncker, pur riconoscendo gli sforzi compiuti dalle autorità italiane per ridurre i ritardi dei pagamenti e smaltire le fatture arretrate, sottolinea come però «devono essere ancora compiuti significativi sforzi per assicurare che i ritardi medi nei pagamenti siano in linea con i tempi fissati dalla direttiva».

La lettera di messa in mora rappresenta il primo passo per l’avvio della procedura di infrazione; l’Italia ha ora un periodo di due mesi per rispondere ai rilievi sollevati dalla Commissione.

Il Decreto Correttivo al Codice dei contratti pubblici

Il Decreto Correttivo al Codice dei contratti pubblici

Il D.Lgs. 19 aprile 2017, n. 56, recante “Disposizioni integrative e  correttive  al  decreto  legislativo 18 aprile 2016, n. 50”, introduce oltre 300 modifiche al Codice dei contratti pubblici, non solo formali, ma di ampia portata e sostanza, finalizzate, come si dà conto nella Relazione illustrativa, “a perfezionare l’impianto normativo senza intaccarlo, con lo scopo di migliorarne l’omogeneità, la chiarezza e l’adeguatezza in modo da perseguire efficacemente l’obiettivo dello sviluppo del settore che la stessa legge delega si era prefissata”. Le novità si sviluppano su alcune linee direttrici piuttosto evidenti: minori vincoli ed oneri per gli operatori economici nelle strategie di aggregazione (RTI, consorzi) e misure pro MPMI; semplificazione delle procedure (infra 40.000 euro, ampliamento criterio del prezzo più basso per i lavori, alleggerimento del regime per i servizi dell’allegato IX, ecc.); valorizzazione degli appalti sostenibili (obbligatorietà dei criteri ambientali per qualunque importo e delle clausole sociali per le procedure sopra soglia, tutela rafforzata del costo del personale); innalzamento misure di trasparenza e prevenzione (inasprimento requisiti generali, commissione giudicatrice solo parzialmente interna anche sotto soglia, limiti subappalto, ecc.); favor per i professionisti dei servizi tecnici (vincolatività tariffe per base di gara, conferma dei limiti all’appalto integrato, compenso svincolato dal finanziamento dell’opera, divieto di ricorrere alla sponsorizzazione, ecc.). Il volume intende offrire, con un taglio schematico e operativo, un primo strumento di analisi delle numerose innovazioni e questioni introdotte dal D.Lgs. 56/2017. Sono riportate utili tabelle di sintesi per ciascun istituto e una tabella finale riepilogativa.

Completa l’opera il testo coordinato del Codice dei contratti pubblici aggiornato con tutte le modifiche ad oggi intervenute.

Alessandro Massari, Avvocato specializzato in contrattualistica pubblica,direttore del mensile Appalti&Contratti e della rivista internet appaltiecontratti.it

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Alessandro Massari, 2017, Maggioli Editore
48.00 €

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