Recovery Plan: la Camera approva la risoluzione di maggioranza

L’aula della Camera ha dato il via libera nella giornata di martedì 27 aprile alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in relazione al varo del Recovery Plan con 442 sì, 19 no, 51 astenuti.

28 Aprile 2021
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L’aula della Camera ha dato il via libera nella giornata di martedì 27 aprile alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in relazione al varo del Recovery Plan con 442 sì, 19 no, 51 astenuti. “Vorrei ribadire il profondo rispetto che io e il Governo abbiamo per il Parlamento”. Ha esordito con questo chiarimento il presidente del Consiglio, intervenuto in aula alla Camera in replica sulle comunicazioni relative al Recovery Plan da 248 miliardi tra fondi europei e risorse nazionali. “I tempi erano ristretti ma la scadenza del 30 aprile non è mediatica: è che se si arriva prima, si avranno i fondi prima” ha spiegato il premier, sottolineando allo stesso tempo che “il Parlamento avrà un ruolo rilevante nei mesi avvenire”, nel processo di esame dei provvedimenti connessi al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). “Sulle riforme il Parlamento sarà determinante”, ha assicurato Draghi.

Il nodo della governance e il ruolo degli Enti locali

Il premier ha ricordato che “la vera sfida non appena il piano viene consegnato è di trovare un modo di attuazione dove le amministrazioni locali e il governo centrale, che sono chiamati a mole di interventi, trovino uno schema di governo del piano. Il vero governo non è cosa fa Palazzo Chigi, che comitati si formano, il punto nodale è questo. È chiaro per i ministeri il processo ma è molto più complesso il coordinamento tra Governo e Enti locali che sono gli attuatori del piano a cui sono destinati poco meno di 90 miliardi”. “Nessuna contrapposizione con gli Enti locali”, dunque. “Non è Stato contro Enti locali: esattamente il contrario. È il messaggio che ho voluto dare fin dall’inizio e che è confermato in questo piano”.

La riforma degli appalti

Tra i temi di rilievo all’interno del Recovery Plan che scegliamo di isolare segnaliamo la riforma degli appalti e la banda larga. La legislazione nazionale sugli appalti pubblici sarà riformata e, ha spiegato il premier, “a tal fine, si interverrà con una legge delega, da presentare entro il 2021. La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni – ha aggiunto – è obiettivo essenziale per la riuscita del Piano e, più in genere, per il rilancio del settore delle costruzioni. In merito agli appalti, intendiamo riformare la disciplina nazionale, sulla base delle tre direttive per renderla più snella rispetto a quella vigente, anche sulla base di una comparazione con la normativa adottata in altri Stati membri dell’Unione europea”. “Inoltre – ha continuato Draghi – intendiamo prorogare le semplificazioni adottate con il Decreto Semplificazioni fino al 2023”.

La banda larga

“Per quanto riguarda la banda larga”, ha spiegato il presidente del Consiglio, nel Recovery ci sono «”6,31 miliardi per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G. L’obiettivo del governo è portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche. A maggio avviamo la mappatura dei piani d’investimento previsti dai privati per identificare le aree del Paese che senza interventi del governo resterebbero sfavorite”.

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Redazione