Equo compenso nei servizi tecnici? Ridefinire il sistema di stima dei compensi prima di tutto
Autore: Paolo CapriottiIl tema dell’equo compenso in ambito di appalti pubblici per servizi tecnici ha sollevato un intenso dibattito sia nel settore che nelle istituzioni.
La recente Legge n. 49/2023 rappresenta un passo importante verso una regolamentazione più chiara, stabilendo che il compenso dovrebbe riflettere sia la quantità che la qualità del lavoro fornito dai professionisti.
Nonostante queste linee guida, la loro applicazione pratica continua ad alimentare discussioni e incertezze.
Gli ordini professionali, che rappresentano gli interessi dei lavoratori nel settore, puntano a evitare che una concorrenza sfrenata porti a una riduzione indiscriminata dei compensi.
Essi chiedono la definizione di criteri chiari e oggettivi per la determinazione dell’equo compenso, conformemente a quanto disposto da vari decreti ministeriali.
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Veramente gli ordini professionali dovrebbero essere, in quanto Enti Pubblici, qualcosa di leggermente diverso da un sindacato (Corporazione) che rappresenta gli interessi dei “professionisti”. Tuttavia, nel contesto neo-corporativo attuale del Paese, purtroppo tipico di un’economia strutturalmente in declino e con gli inevitabili riverberi negativi tanto sulla sfera culturale che giuridica, questo è purtroppo si evidenzia come un dato di fatto.