7^ Report OICE sulla digitalizzazione e sulle gare BIM 2023

Lupoi, OICE: “continua la spinta della domanda pubblica per la digitalizzazione del settore delle costruzione e le società di ingegneria si sono attrezzate con importanti investimenti”

9 Aprile 2024
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  • Nel 2023 la percentuale di gare BIM ha raggiunto il 32.6% del totale delle procedure rispetto al 13.7% del 2022.
  • Il livello di maturità delle stazioni appaltanti misurato dalla presenza di capitolati informativi nelle procedure di gara è ancora basso nonostante l’incremento dal 19.9% del 2022 al 29.4% nel 2023.
  • Oltre l’81,5% delle gare Bim sono sopra soglia UE; sotto soglia 118 bandi per circa 15 mln.
  • Sugli scudi ANAS, RFI, Demanio, Invitalia e Autorità portuali con bandi per il 34,3% del valore totale.
  • Per il Bim assegnati punteggi medi variabili da 6,9 a 17 punti; nel 20,4% dei casi richieste figure certificate UNI.

Sono questi i dati principali del settimo Rapporto sulla digitalizzazione e le gare BIM emesse nel 2023, diffusi oggi dall’OICE, l’Associazione delle società di ingegneria e di architettura aderente a Confindustria, nel corso di un evento tenutosi a Roma e organizzato sotto l’egida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, con la collaborazione del Consiglio nazionale degli ingegneri, patrocinato dall’Anac e dell’Ance.
 
I risultati del Report sono stati illustrati dal vice presidente OICE con delega per la digitalizzazione, Alfredo Ingletti, che ha fra le altre cose sottolineato che ” Dal 1° gennaio 2024 si è avviata la definitiva transizione al digitale: per effetto di questa previsione tutte le fasi in cui si articola il ciclo di vita del contratto (programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione) dovranno ora essere interamente gestite attraverso piattaforme e servizi tecnologici interoperabili. La partenza è stata un po’ in salita ma confidiamo che, con il contributo di tutti gli operatori del settore, questa transizione sia definitiva ed irreversibile.

In sintesi

Aumenta la percentuale di bandi con richiesta di BIM, che ha raggiunto il 32.6% del totale delle procedure per affidamento di servizi di ingegneria e architettura, rispetto al 13,7% del 2022. Questo in un quadro generale in cui, in termini assoluti, sulla scia del calo dei bandi del 2023, i bandi BIM sono in realtà diminuiti passando a 637, in netto calo rispetto ai 1.003 del 2022, rallentamento da attribuire alla inizialmente farraginosa attivazione del nuovo codice appalti. La maggior parte delle gare BIM ha riguardato l’affidamento di Attività di Progettazione (72,1%), con, a seguire, Direzione lavori (11,5%)Verifica della progettazione (10,4%) e Valutazione sicurezza sismica (0,5%); le attività per rilievo, topografia, servizi di supporto al R.U.P. per redazioni elaborati grafici e collaudi sono ricomprese nella definizione di “altri servizi tecnici” (5,7%).

FORMATO CARTACEO

Capitolati informativi e attributi dei modelli BIM

A partire dal 1° gennaio 2025 i bandi di lavori per nuove costruzioni o per interventi sull’esistente di valore superiore al milione di euro dovranno essere obbligatoriamente realizzati prevedendo il BIM (Building Information Modelling).Sarà dunque necessario predisporre il c.d. Capitolato Informativo (CI), ossia il documento emesso dal committente ed indirizzato ai potenziali affidatari, in cui sono esplicati i requisiti di gestione informativa relativi al progetto.Pur non esistendo un obbligo per i lavori con committenti privati, l’esperienza di questi anni ha dimostrato come un processo di progettazione e costruzione che preveda l’uso del BIM ha successo solo se si definiscono a priori i requisiti informativi, ossia se si redige un CI.Ma come si prepara un CI? Quali sono le norme e i processi fondamentali da seguire per definire i requisiti informativi e gli attributi dei modelli BIM? Questo manuale offre al lettore le risposte a questi quesiti, guidandolo con chiarezza nell’esame della complessa normativa tecnica e della legislazione, fornendo indicazioni operative sulle procedure da seguire, corredando il tutto con diversi esempi concreti che aiutano a comprendere nella pratica “come” si gestiscono le informazioni nei processi BIM.Anche se l’obbligo di redigere il CI è in capo alla committenza, questo volume può essere un valido riferimento anche per i professionisti, magari incaricati dal committente della redazione del CI, e per chi si prepara a rispondere alle richieste di un capitolato informativo in fase di gara.Fulvio Re Cecconiprofessore associato di produzione edilizia presso il Politecnico di Milano, è esperto di digitalizzazione dell’ambiente costruito e autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali.Sebastiano Maltesedottorato in ingegneria edile presso il Politecnico di Milano e ricercatore SUPSI, si occupa di digitalizzazione, gestione del costruito e IoT.Manuel Garramonelaureato in ingegneria edile-architettura, dottorando e assegnista di ricerca presso il Politecnico di Milano, consulente su processi e software nella metodologia

Sebastiano Maltese, Fulvio Re Cecconi, Manuel Garramone | Maggioli Editore 2024

Per Giorgio Lupoi, presidente OICE: ” con questo report abbiamo voluto non soltanto fare un bilancio sulle gare emesse nel 2023, il cui calo è in parte anche fisiologico, ma anche allargare l’orizzonte sull’intero processo di digitalizzazione che sta coinvolgendo il settore delle costruzioni, lato stazioni appaltanti e lato operatori economici, nelle sue più articolate forme e modalità. Ne scaturisce un quadro di luci e ombre, come sempre accade, ma appare evidente come il processo sia ormai avviato e tutti i soggetti coinvolti debbano sempre più aumentare gli sforzi affinché si possano cogliere appieno i vantaggi di questo processo, anche nella prospettiva di una sempre più efficiente gestione degli asset, pubblici e privati. Per quanto ci riguarda le nostre società sono attrezzate: operano in Bim ormai da anni e sono pronte a cogliere anche le opportunità che potranno scaturire dall’applicazione dell’IA nel nostro settore. Ci aspettiamo che il processo di qualificazione delle stazioni appaltanti coinvolga queste ultime anche sul lato della riorganizzazione dei processi in cui operano affinchè migliori il dialogo con gli operatori economici, facendo sempre più propria la cultura del project e Information management all’interno della quale si colloca anche la modellazione elettronica delle fasi progettuali. Occorre infine che il legislatore definisca rapidamente nuovi parametri per i compensi delle attività tecniche e delinei con certezza la road map degli obblighi previsti dal codice appalti. Indietro non si torna, ma occorre certezza”.

Per quanto riguarda l’adozione dei capitolati informativi BIM il Report ha messo in luce un incremento, anche se occorre rapidamente migliorare in vista della scadenza del 2025: si passa dal 19.9% del 2022 al 29.4% del 2023. A tale riguardo l’OICE ha messo a punto un capitolato tipo per buildings e infrastrutture per tutte le stazioni appaltanti, disponibile in allegato al Report.
 
Le Stazioni Appaltanti più attive sono state ANASRFIAgenzia del DemanioInvitalia e Autorità portuale per un valore pari al 34,3% del totale. Il 76,5% del totale dei bandi ha riguardato interventi per opere puntuali (lo scorso anno la percentuale era l’88,7); la restante percentuale era per opere lineari (per le quali si registra una crescita pari al doppio sull’anno precedente). In 330 casi su 637 (il 51,8% del totale) il BIM è fattore premiale apprezzato in sede di offerta come «merito tecnico» o come «metodologia», con punteggi specifici medi che variano da 6,9 fino ad un massimo di 17 punti.
 
Nel Report sono richiamati anche alcuni dati dell’ultima rilevazione annuale OICE del giugno 2023, da cui si evince che l’89,8% degli associati OICE dichiara di aver effettuato investimenti sul BIM nel corso del 2022, confermando al rialzo (nel 2021 la percentuale era dell’80,3%) la tendenza a destinare una quota dei propri investimenti al tema della digitalizzazione. Poco più del 70% delle imprese associate all’OICE ha indicato che la spesa sostenuta per l’acquisto e per il rinnovo dei software nel 2022 è stata inferiore al 2% del valore della produzione (in linea con quanto rilevato nel 2021). Poco più dell’80% delle imprese associate all’OICE ha indicato che la spesa sostenuta per l’acquisto e per il rinnovo dei software nel 2022 è stata inferiore al 4% del costo del personale (nel 2021 la percentuale era intorno al 5%).

Redazione