PER UNA SENTENZA SI VINCE. O SI PERDE
Per un punto Martin perse la cappa e per un voto può cadere un governo. Nel nostro lavoro, per una sentenza si può perdere una causa o, ancora prima, assumere una decisione sbagliata.
So che la rincorsa all’ultima novità giurisprudenziale può apparire un esercizio sterile, a volte quasi affannoso. Ma lasciate che vi racconti due esempi recenti che dimostrano l’esatto contrario, dove la conoscenza di una sentenza pubblicata da pochi giorni è stata la chiave per risolvere situazioni critiche.
Caso 1: Il ribasso sui costi della manodopera. Impugnazione di un’aggiudicazione. La tesi del ricorrente è netta: i costi della manodopera non sono ribassabili. A supporto, una sentenza “a pennello” dello stesso TAR. La nostra posizione difensiva è difficile, l’Amministrazione valuta l’annullamento. Proprio in quei giorni, esce una sentenza del Consiglio di Stato che ribalta tutto. Quella pronuncia, arrivata al momento giusto, ha permesso di salvare l’aggiudicazione.
Caso 2: La richiesta di sospensiva. Ricorso contro un’aggiudicazione con esecuzione d’urgenza. Notiamo che il CCNL dell’aggiudicatario ha parametri economici inferiori a quelli richiesti. Poco prima dell’udienza, viene pubblicata una sentenza chiarissima sulla non ammissibilità di tale equivalenza. Forte di questa novità, in camera di consiglio il giudice stesso induce il ricorrente a ritirare la richiesta cautelare. L’opera va avanti.
Questi episodi dimostrano una cosa: l’informazione giusta al momento giusto non è un lusso, ma uno strumento difensivo e strategico fondamentale.
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Benvenuti al battesimo di questa nuova iniziativa.
Vi auguro una buona lettura e un buon lavoro.
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