Un giorno di ordinaria follia alla ricerca del CIG

A cura di Maurizio Greco

9 Gennaio 2024
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Nota metodologica: Quanto riferito di seguito rimanda a constatazione personale ma risulta che tutta la p.a. italiana sia nella medesima situazione.

Oggi 8 gennaio 2024 il sottoscritto Maurizio Greco, Rup della propria stazione appaltante (Asl), con l’assistenza di 3 collaboratrici e della responsabile dei servizi informatici, ha provato ad acquisire un cig per un affidamento per 30.000 euro oltre Iva tramite Trattativa diretta Mepa, senza riuscirci.

Le operazioni infruttuose sono durate 2 ore e mezza (di mancata produzione).

Non abbiamo utilizzato la piattaforma regionale in quanto indisponibile fino al 15 gennaio.

Abbiamo in precedenza seguito un webinar della stessa Consip in cui si effettuavano tuttavia rinvii generici ai documenti presenti sul sito, senza visualizzare alcuna simulazione di procedura.

Ci siamo quindi basati sull’ esperienza concreta, tentando di operare sulla piattaforma e acquisire il cig, sia perché effettivamente necessario, sia per testarne il funzionamento.
Constatando quanto emerso in alcuni webinar della piattaforma regionale, è apparso da subito evidente che la digitalizzazione si concretizza nella messa in campo di alcuni moduli informatici che tuttavia non dialogano (o non dialogano totalmente) con le funzioni delle stesse procedure di approvvigionamento, che invece per dato normativo dovrebbero essere integrate.

Ad esempio, dal modulo Trattativa diretta occorre appunto passare “manualmente” al modulo Anacform necessario alla richiesta del cig da riportare in Trattativa diretta.

Non chiaro perché nel modulo Anacform occorra indicare gli estremi dell’ “aggiudicazione” (in un affidamento diretto?) che non è ancora avvenuta (indicheremo una previsione?).

Per converso, il cig (ovviamente) sembra indispensabile da riportare nella richiesta di offerta in sede di Trattativa diretta, visto che c’è un campo apposito.

Suscita perplessità la richiesta di una serie di dati sproporzionati all’esiguità dell’affidamento, tra cui il Ccnl applicato (sotto i 140.000 euro? in una fornitura, come nel caso affrontato?).
Irricevibile poi, per le esigenze di speditezza che connotano una azienda sanitaria od ospedaliera, o altra amministrazione che eroghi servizi indispensabili sul territorio al cittadino, la tempistica fino a 5 giorni (!) per l’ottenimento del cig (perché non potrebbe essere immediato?).

Ma il motivo per cui noi e, a quanto noto, altre amministrazioni non siamo riusciti a chiedere il cig è in un campo “Id partecipante”, la cui mancata compilazione è bloccante, e il cui significato i call center di Consip e di Anac non hanno saputo svelare. Quello di Anac ha preannunciato prossime faq in merito.

Da gruppi Facebook (le nuove fonti del diritto, nda) si scopre che si tratterebbe di un codice casuale da generare (fuori procedura!) in un apposito sito (e perché mai?).

Conclusioni: come chi scrive rimarca sempre, con certe cose non si può scherzare.

Un ospedale non può essere posto nell’impossibilità di emettere ordini (che presuppongono il cig).

Poi per tutto il resto vediamo, ma consentiteci di lavorare. Ricordiamoci tutti insieme il senso delle parole “interesse pubblico”.

E rammentando anche che il tempo-lavoro è un costo.

Proposte concrete e urgenti, prima di tutto, sugli affidamenti diretti: semplificare moltissimo il relativo Anacform; prevedere l’ottenimento immediato del cig.

Dal nostro Deserto dei tartari, attendiamo.

Maurizio Greco